IT
Via Carducci – un tempo conosciuta come Gosposka ulica, Herrengasse o Via dei Signori – era la strada del prestigio borghese: il cuore pulsante del commercio e della vita sociale cittadina. Qui, tra le vetrine e le conversazioni quotidiane, si intrecciavano le lingue della Contea: l’italiano, lo sloveno, il friulano e il tedesco.
≃ 1910 – Gorizia sotto la monarchia austro-ungarica
Fonte: Fondo Giovanni Viola
1917 – Durante la Prima guerra mondiale
Fonte: Libreria Cattolica (Gorizia)
A metà Ottocento, la via divenne sede di un’importante istituzione finanziaria: nel 1831 fu infatti inaugurato il Monte di Pietà, ospitato nell’edificio che oggi accoglie la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Nello stesso stabile, nel 1910, aprì su iniziativa dell’Associazione dei Sacerdoti sloveni la Libreria Cattolica/Katoliška knjigarna – oggi la più antica del Friuli Venezia Giulia, ancora attiva come punto di riferimento per la vita culturale della città.
Dopo la Seconda guerra mondiale, Via Carducci tornò a essere uno dei principali assi commerciali di Gorizia. Negozi eleganti, banche e uffici ne fecero una vera e propria arteria urbana. Oggi appare soprattutto come via di collegamento tra il centro e il nord della città – ma il suo spirito vive ancora, riflesso nei raffinati palazzi e nelle storie che custodiscono.
Fonte: Fondo Giovanni Viola
Nelle immediate vicinanze di questa via sorgeva l’antico quartiere ebraico di Gorizia. La presenza della comunità ebraica è documentata sin dalla fine del XIII secolo. Nel 1698 fu istituito il ghetto, che venne poi abolito durante l’occupazione francese nel 1811. Tra le figure di spicco dell’ebraismo goriziano si annoverano il linguista Graziadio Isaia Ascoli, i rabbini Abram e Isacco Reggio, la giornalista Carolina Coen Luzzatto e il filosofo Carlo Michelstaedter. Durante la Seconda guerra mondiale la comunità fu quasi completamente annientata. Dopo il conflitto, la sinagoga – gravemente danneggiata – fu uno dei primi edifici della zona a essere restaurato, grazie all’intervento dei soldati americani sotto la guida del rabbino militare Nathan A. Barack. Oggi della presenza ebraica a Gorizia restano la sinagoga restaurata con il museo “Piccola Gerusalemme sull’Isonzo”, il parco “Bruno Farber” – intitolato alla più giovane vittima della deportazione tra gli ebrei goriziani – e il cimitero di Rožna Dolina, il più grande cimitero ebraico dell’attuale Slovenia, dove riposano oltre 900 membri della comunità mosaica goriziana.
ENG
Via Carducci – formerly known as Via dei Signori (Gosposka ulica, Herrengasse) – was a street of bourgeois pride, the centre of the city’s commercial and social life, a place where the languages of the region – Italian, Slovene, Friulian, and German – intertwined in shop windows and everyday conversation.
In the mid-19th century, the street became home to an important financial institution: in 1831, a Monte di pietà (public pawn bank) was opened in one of its buildings. Today, the premises house the Cassa di Risparmio di Gorizia Foundation. In the same building, in 1910, the Libreria cattolica/Katoliška knjigarna (Catholic Bookshop) was founded on the initiative of the Slovene Clerical Union. It is now the oldest bookshop in Friuli Venezia Giulia and continues to play an active role in the city’s cultural life.
After the Second World War, Via Carducci once again became one of Gorizia’s main commercial hubs. Elegant shops, banks, and offices transformed it into a vibrant urban artery. Today, the street may appear to be merely a link between the city centre and the northern part of town – but its spirit lives on in the elegant buildings and the stories they continue to tell.
In the immediate vicinity of this street lies what was once Gorizia’s Jewish quarter. The Jewish community has been documented in Gorizia since the late 13th century. In 1698, a ghetto was established here, which was later dissolved during the French occupation in 1811. Among the notable Jews of Gorizia were the linguist Graziadio Isaia Ascoli; rabbis Abram and Isacco Reggio; journalist Carolina Coen Luzzatto; and philosopher Carlo Michelstaedter. During the Second World War, the Jewish community was almost entirely wiped out. After the war, American soldiers helped to restore the destroyed synagogue. This was one of the first post-war restoration projects in the area, led by U.S. Army chaplain Rabbi Nathan A. Barack. Today, the Jewish presence in the city is commemorated by the restored synagogue and museum “Piccola Gerusalemme sull’Isonzo” (“Little Jerusalem on the Isonzo”), the Bruno Farber Park (named after the youngest deported victim among the Jews of Gorizia), and the cemetery in Rožna Dolina – the largest Jewish cemetery on the territory of present-day Slovenia, where over 900 members of the Gorizia Jewish community are buried.