IT
All’incrocio dove oggi inizia via Erjavčeva, un tempo sorgeva la frnaža – una grande fornace per mattoni costruita nel 1922 per sostenere la ricostruzione di Gorizia dopo la Prima guerra mondiale. Si trattava di uno degli edifici industriali più imponenti della zona: lungo ben 125 metri e dotato di una ciminiera alta 50 metri, la più alta di tutto il Goriziano.
~1919 – Ricostruzione dell’architetto Neža Kravos del 2025, basata sul progetto originale dell’Archivio Provinciale di Nova Gorica e su fotografie dell’Archivio Foto Pavšič.
Il territorio dell’attuale Nova Gorica era ricco di argilla, come testimoniano ancora oggi i resti delle vecchie cave nel boschetto dietro la biblioteca e il teatro. Proprio lì si trovava una fornace più piccola, distrutta durante la battaglia dell’Isonzo, e per questo si rese necessaria la costruzione di un nuovo impianto. La nuova fornace rimase attiva fino al 1944, ma con l’avvento di una nuova epoca ebbe una seconda vita del tutto inattesa: divenne infatti la “Nova Gorica provvisoria”. Fu il primo rifugio dei brigatisti che costruivano la nuova città e si trasformò rapidamente in una vera e propria “città in miniatura”, con panetteria, ambulatorio, biblioteca, negozi, spazi associativi, scuola di musica e persino un salone da parrucchiere. Nell’ex palazzina amministrativa si insediò la direzione del cantiere. Così la frnaža divenne il cuore temporaneo della nascente Nova Gorica – un luogo in cui persone e attività convivevano, in attesa che la città vera e propria cominciasse a prendere forma. Oggi dell’antica fornace resta solo l’edificio amministrativo, che ospita la Comunità locale di Nova Gorica.
La fornace vera e propria è scomparsa da tempo, così come i frutteti, i vigneti e i campi che la circondavano, e perfino il vecchio cimitero cittadino di Gorizia, che si trovava nelle sue immediate vicinanze. Con il passare degli anni, la struttura iniziò a rappresentare un ostacolo allo sviluppo urbano: era ormai fatiscente e inadatta ai nuovi bisogni della città.
Anni ’50 – Ricostruzione dell’architetto Neža Kravos del 2025, basata su una fotografia dell’Archivio Provinciale di Nova Gorica (PANG).
La ciminiera fu abbattuta nel 1957, ma la demolizione dell’intero complesso si protrasse per quasi un decennio. Al suo posto sorsero nuovi edifici, più moderni e funzionali, pensati per accogliere la vita quotidiana dei cittadini.
ENG
At the junction at the start of today’s Erjavčeva Street, there once stood the frnaža – a large brickworks. Built in 1922 to support the post–First World War reconstruction of Gorizia, it was one of the largest industrial buildings in the area: 125 metres long, with a 50-metre-high chimney – the tallest in the Gorizia region. The area where Nova Gorica now stands was rich in clay, ideal for brick production – a fact still evident today in the remnants of former clay pits behind the library and theatre. An earlier, smaller brickworks had once stood in the same spot, but it was destroyed during the battles on the Isonzo Front, making a new facility necessary. The second, larger brickworks remained in operation until 1944. With the arrival of a new era, however, it took on an unexpected second life – becoming the temporary heart of Nova Gorica. The building provided shelter for the first brigadiers who came to build the new town, and it soon evolved into a true “city within a city”. Under its roof operated a bakery, a medical clinic, a library, shops, community spaces, a music school – and even a hairdresser. The former administrative building housed the construction site’s leadership. In this way, the frnaža became the temporary core of the new city – a place where people and activities coexisted until the permanent Nova Gorica was built.
Today, only the former administrative building of the brickworks still stands on this site, now home to the Local Community of Nova Gorica. The brickworks itself has long since disappeared – as have the orchards, vineyards, and fields that once surrounded it, as well as the old Gorizia city cemetery, which lay nearby. Over time, the structure came to be seen as an obstacle to the city’s further development, as it had become dilapidated and unsuitable. The chimney was demolished in 1957, and dismantling the entire complex took nearly a decade. In its place, new, more modern buildings were constructed, designed for residential and everyday use.