IT
Piazza Transalpina è uno dei luoghi più emblematici delle due Gorizie – punto simbolico e fisico di contatto, separazione e ritrovata unione. La sua storia è strettamente legata alla Ferrovia Transalpina, la linea ferroviaria che dal 1906 collega Trieste con Jesenice e, più a nord, con Praga: un’opera che ha rappresentato un grande salto infrastrutturale per la regione, rafforzando il legame tra l’Europa centrale e l’Adriatico. In occasione dell’inaugurazione della linea fu costruita la stazione ferroviaria, oggi l’edificio pubblico più antico di Nova Gorica. Alla cerimonia partecipò anche l’arciduca Francesco Ferdinando.
~1919 – Fotografie tratte dall’archivio dell’Associazione Nazionale Italiana dei Combattenti per la Guerra di Liberazione – www.combattentiliberazione.it
Associazione Nazionale Combattenti Guerra di Liberazione inquadrati nei reparti regolari delle FF.AA.
Sezione Roma Capitale MOVM
"Salvo D'Acquisto - Gastone Giacomini"
Dopo la Seconda guerra mondiale, nel settembre del 1947, il trattato di pace di Parigi tracciò il nuovo confine di Stato – una linea che tagliava in due la piazza, interrompendo bruscamente il legame tra la città e il suo entroterra. Inizialmente il confine fu segnato da un filo spinato, in seguito sostituito da un muretto di cemento sormontato da una cancellata di ferro: quello che molti chiamavano il “piccolo Muro di Berlino”. Sulla facciata della stazione campeggiava a lungo una stella rossa con la scritta “Costruiamo il socialismo”.
‘60
Fondo Giovanni Viola
Dopo l’Accordo di Udine del 1955, gli abitanti del luogo poterono attraversare il confine con un lasciapassare, e furono istituiti anche valichi doganali specifici.
Fotografia dal sito web:
https://10febbraiodetroit.wordpress.com/2014/11/13/a-25-anni-dalla-caduta-del-muro-di-berlino-ricordiamo-il-muro-di-gorizia/
La piazza divenne ben presto teatro di gesti simbolici: celebre è la foto degli anni Ottanta che ritrae giovani pallavolisti dei due lati del confine giocare utilizzando la barriera come rete. La vera trasformazione arrivò tuttavia solo dopo la caduta della cortina di ferro.
Fonte: Blog 10 Febbraio Detroit – A 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino ricordiamo il Muro di Gorizia – articolo pubblicato il 13 novembre 2014
Nel 2004, con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, fu proprio questa piazza a ospitare le celebrazioni dell’allargamento più ampio nella storia dell’UE. La barriera fu rimossa e il confine venne segnato da una fila di lastre di pietra che attraversano la piazza, passando accanto a un mosaico circolare realizzato dall’artista triestino Franko Vecchiet.
Nonostante la rimozione degli ostacoli fisici, la piena libertà di movimento si affermò soltanto nel dicembre 2007, con l’ingresso della Slovenia nell’area Schengen. Tuttavia, durante la pandemia di Covid-19, una frontiera temporanea tornò a dividere le due Gorizie: riapparvero barriere e controlli di polizia.
Durante la pandemia di Covid-19, un confine ha temporaneamente separato nuovamente Gorizia.
Fotogramma tratto dal film GO-VID, quando rivedi il confine (Sara Terpin e Carlo Ghio).
Fonte: Facebook
Curiosamente, uno dei primi eventi pubblici nel periodo post-pandemico ha richiamato un simbolo del passato: la pallavolo. Proprio in questa piazza, il 9 settembre 2022, tifosi sloveni e italiani si sono riuniti davanti a un maxischermo per seguire insieme la semifinale del campionato mondiale maschile tra Slovenia e Italia.
La piazza, un tempo teatro di una silenziosa guerra di simboli, è oggi uno spazio condiviso, un luogo di vita comune dove si svolgono eventi culturali, manifestazioni sportive e incontri carichi di significato.
ENG
Piazza della Transalpina / Trg Evrope is one of the most recognisable landmarks of both Gorizias – a symbolic and physical point of contact, division, and reunion. Its story is closely tied to the Bohinj Railway, the rail line connecting Trieste and Jesenice, and onward to Prague. Opened in 1906, it marked a major infrastructural leap for the region and a vital link between Central Europe and the Adriatic. To mark the occasion, a railway station was built – today the oldest public building in Nova Gorica. The opening ceremony was attended by Archduke Franz Ferdinand.
After the Second World War, in September 1947, the Paris Peace Treaty established a new state border – cutting directly across the square and severing the city’s connection with its hinterland. At first, the border was marked with barbed wire, later replaced by a concrete wall topped with an iron fence – often referred to as the “little Berlin Wall”. For many years, a red star bearing the slogan “We are building socialism” hung on the façade of the station.
Following the Udine Agreement (1955), local residents were allowed to cross the border with special permits, and specific border crossings were gradually established. The square soon became a site of symbolic gestures – a well-known photograph from the 1980s shows young volleyball players from both sides of the border using the fence itself in place of a net. The square underwent its true transformation after the fall of the Iron Curtain. In 2004, as Slovenia joined the European Union, it was chosen as the symbolic site to celebrate the EU’s biggest expansion. The fence was dismantled, and the border was traced with a line of stone slabs running across the square, passing by a circular mosaic designed by Trieste-based artist Franko Vecchiet.
Despite the removal of physical barriers, full freedom of movement was only established in December 2007, when Slovenia joined the Schengen Area. However, during the COVID-19 pandemic, the border temporarily reappeared in Gorizia – fences and police checkpoints returned. One of the first post-pandemic events held in the square was once again linked to volleyball: on 9 September 2022, Slovene and Italian volleyball fans gathered here to watch the semi-final of the Men’s World Championship between Slovenia and Italy on a large screen.
The square, once a silent battleground of symbols, is today a space of shared life – a public venue that hosts cultural events, sporting occasions, and symbolic gatherings.